La corale Marc’Antonio Ingegneri ha voluto onorare il settecentenario dantesco con due concerti accomunati da un programma particolare: sono state eseguiti canti i cui testi sono quelli in latino citati dal sommo poeta nel Purgatorio: partendo da In exitu Israel de Aegypto passando per Asperges me hyssopo e giungendo al Salve Regina.
Questi canti sono stati proposti nella veste assunta in varie epoche, dal canto gregoriano alla polifonia rinascimentale. Ad essi l’attore Enrico Totola ha alternato la recitazione dei brani danteschi in cui i canti sono sono citati.
Il primo concerto si è svolto Sabato 30 ottobre a Ravenna grazie alla collaborazione dell’Associazione Emiliano-Romagnola Cori presso la chiesa di S. Francesco, proprio a pochi passi dalla tomba di Dante, mentre il 6 novembre la corale ha replicato a Verona presso la chiesa di S. Eufemia nell’ambito del “Festival del Sacro” proposto dall’associazione Ezechiel.
In entrambe le situazioni il maestro Matteo Valbusa, accompagnato all’organo da Enrico Bissolo, ha saputo sfruttare l’acustica della chiesa, disponendo il coro in più posizioni e facendolo entrare come in processione con grande suggestione per gli ascoltatori.
Tra i brani eseguiti va segnalata l’esecuzione del Te Deum di Cristobal de Morales, brano monumentale che alterna versetti in gregoriano a solidissime polifonie che nell’In te Domine speravi finale passano da quattro a sei voci.
Il programma è terminato con il gioioso Iubilate Deo di Alessandro Scarlatti, che pur non pienamente in linea con l’assunto dantesco iniziale raffigura degnamente il raggiungimento del Paradiso terrestre e al tempo stesso preannunzia per chi ama la musica corale l’approssimarsi della stagione natalizia.